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Gli infermieri non vengono pi

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Gli infermieri non vengono più

a controllare che mi cali la razione di pasticche

erano puntuali ma ho allentato le tensioni per buona condotta

il processo di domesticazione non ha fretta

percorre le vene con pazienza e non si arresta

nemmeno di fronte a un cuore che pompa

la vista che cambia per paura o per rancore

gli occhi si svuotano di visioni e lasciano spazio

a ciò che con ostinazione semantica chiamiamo reale

non sento più le voci, abitanti del baratro

non mi riprendo la mia vita per un soffio

e continuo a galleggiare 

le vele ammainate le ali legate alla schiena

la vita dietro la nuca è un passato che non ritorna

e a guardar avanti si fa presto a scordarsi del coraggio

scrivere certo è come scavare una buca

dove seppellire i propri tesori

ma non basta più sporcarsi le mani

ogni tanto scappa un grido ad attraversare le vene bianche della notte

per le particelle d'infinito che ancora ci compongono

per il sapore delle labbra di cui ancora mi ricordo

ma poi tutto tace, una spiaggia desolata di essere così vuota e stanca

un mare senza onde avrebbe fatto comodo in altre circostanze

allora leggere diventa di primaria importanza

e può capitare che mi vergogni ad aspettare con ansia

la nuova poesia di Amina

per sentir parlar d'amore senza pregiudizi e fuori da logiche commerciali

come mi piacerebbe dire

i miei battiti industriali compongono una sinfonia inossidabile

ma non c'è musica nel mio cuore a veicolare melodie fantastiche

solo attimi consolati da parole volanti

messi in fila riempiono un giorno dopo l'altro

erano due mesi che non toccavo un goccio

poi sabato ho fatto uno strappo e anche domenica

nessuna conseguenza, la moderazione dell'indotto ha placato i sensi di colpa

mi fascerò la testa ancora per un po'

per tornare zoppicando al punto di partenza

vita dissipata e nessuna tregua.

 

 Adielle - 16/10/2013 12:35:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Terrò il sangue versato in una brocca
per poi calarlo fresco sui piedi nudi
prima di infilarmi le scarpe al contrario
la destra al sinistro e la sinistra al destro
per correre a dividermi nel tuo bosco
e dimezzato ballare al ritmo degli alberi più alti
lasciando tracce sulla neve che io stesso non riconosco.
Lì nel fitto dove il cammino s’interrompe
ascolterò in ginocchio il tuo canto
e inizierà il viaggio vero
schiena contro schiena mani nelle tue mani.
Grazie Amina un abbraccio forte.

 Amina Narimi - 15/10/2013 19:45:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

Ti ho letto subito sussultando agli infermieri,al bianco che va via con la condotta con le voci...per un soffio
Anche la mia nuca é bucata di mancanze ... di tesori che rinascono scrivendo
tra i pianeti della notte
e la lettura la lettura che mi salva dal silenzio
come una Rayuela e quelle particelle di dolore che mi fai " sentire" lì, con te..è la cifra del leggerti con la mano che ti prende a togliere le garze che portiamo
per un " goccio" o per un lutto, insieme tornare zoppicando al punto di partenza..beh potresti venire a correre al boscovecchio con la prima neve e vedere coi tuoi occhi come gli alberi più grandi camminano in avanti e qualche notte fanno un passo indietro e un salto doppio con la luce del mattino..
terrai il sangue buono per quella corsa nella neve?

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